Approvate dall’ARERA le nuove regole per il rinnovo dei vecchi impianti elettrici interni ai condomini.
Quali sono le ragioni che hanno spinto all’incentivo?
La manovra avviata dall’Arera nei confronti dei condomini si inserisce a pieno titolo nella politica tracciata dall’attuale Governo Conte/bis come stabilito dall’approvazione, in consiglio dei ministri, della Legge di Bilancio. All’interno, infatti, salvo eventuali, emendamenti parlamentari che andranno a modificare il testo, è prevista una detrazione fiscale del 90% senza limiti di spesa per le spese documentate, sostenute nell’anno 2020, relative agli interventi edilizi di manutenzione ordinaria, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici.
Con la delibera del 12 novembre, ARERA (Autorità per l’energia e l’ambiente) ha dato il via alla regolamentazione sperimentale in materia di ammodernamento delle colonne montanti vetuste degli edifici. Il contributo è previsto per il rinnovo dei vecchi impianti elettrici.
Condomini: rimborso per rinnovare gli impianti elettrici, come funziona?
L’obiettivo del provvedimento è facilitare l’accordo tra gli amministratori di condominio e i distributori di energia elettrica per rinnovare le colonne dei condomini più vecchi. Questo accordo garantirà la sicurezza degli edifici, prevedendo l’aumento della potenza delle stesse colonne.
Negli ultimi anni infatti, visto il successo delle pompe di calore, e delle piastre a induzione in cucina, sempre più persone hanno scelto, inevitabilmente di aumentare la potenza del contatore.
Quali interventi saranno rimborsati?
Si parla di lavori eseguibili sulla linea in sviluppo prevalentemente verticale che attraversa parti condominiali, cioè i cavi che giungono fino ai contatori elettrici dei singoli appartamenti (o al pannello comune se i contatori sono raggruppati in un’unica area).
Quanto durerà la fase sperimentale?
La fase sperimentale partirà dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2022. Sarà prevista per gli impianti realizzati prima del 1970 o nella fascia tra il 1970 e il 1985. |
Entro il 30 giugno 2020 spetterà alle imprese definire una versione sperimentale di un contratto-tipo. Ai condomini sarà invece sufficiente far realizzare i lavori, conservando la dovuta documentazione sui costi sostenuti. La delibera prevede la realizzazione di controlli a campione per scongiurare eventuali abusi.
Come sarà erogato il contributo?
Il contributo sarà erogato se i lavori edili saranno svolti direttamente dal condominio, differenziato in relazione al tipo di finitura presente, e starà in un range tra i 400 e i 600 euro per piano, e dai 700 ai 900 euro per utenza.
Le cifre: dai 400 ai 600€ per piano;
- dai 700 ai 900€ per utenza (quindi per ogni singolo contatore);
- dai 1000 ai 1200€ per utenza se in occasione dei lavori sulla colonna montante il condominio decide anche di centralizzare tutti i contatori in un unico vano;
- 100€ a metro (fino a un massimo di 1500€) per l’eventuale parte di cavo destinata a collegare la colonna montante con il confine di proprietà.
L’ammontare definitivo del rimborso costituirà l’esito finale di un informativa preliminare, tra il condominio e il distributore, nella quale il distributore prospetta un accordo sui costi, tempi e modalità per l’ammodernamento delle colonne montanti vetuste.
La rete elettrica a fine lavoro sarà così più sicura, e i condomini potranno attivare anche potenze fino a 6 kW.
Qual è l’iter per la domanda di rimborso?
ARERA specifica che sarà necessaria un’informativa preliminare, con cui il distributore prospetti la sottoscrizione di un accordo sui costi, tempi e modalità per l’ammodernamento delle colonne.
Le imprese avranno tempo fino al 30 giugno 2020 per definire una versione sperimentale di contratto-tipo.
Il condominio dovrà conservare la documentazione sui costi sostenuti perché siano riconosciuti i rimborsi, che saranno erogati direttamente dal distributore. I controlli, necessari per evitare eventuali abusi, saranno eseguiti a campione.
ARERA istituisce anche un censimento nazionale del “parco colonne montanti vetuste” e “potenzialmente ammodernabili”, obbligatorio per ogni distributore. Lo scopo è quello di poter disporre di una valutazione puntuale dei potenziali investimenti e dell’impatto in tariffa.