Tra le tante attività che l’amministratore di condominio svolge nell’ambito della sua professione, una delle più rilevanti è la negoziazione. Il condominio è uno dei luoghi conflittuali per eccellenza, il contrasto tra idee e condotte diverse è presente in ogni momento della convivenza condominiale, latente durante l’anno ed esplosivo in sede di assemblea. Quali competenze deve avere l’amministratore di condominio professionista al fine di gestire la citata conflittualità, senza esserne travolto.
Il segreto per gestire una comunità palesemente conflittuale, come la comunità condominiale, è creare un ambiente collaborativo, considerando degne di nota tutte le istanze poste ed operando una sintesi in cui tutti possano sentirsi vincitori. Tra le tecniche che devono indispensabilmente entrare nelle conoscenze del gestore condominiale ci sono sicuramente le tecniche di negoziazione.
Ecco una definizione di negoziazione:“un processo di interazione tra due o più parti in cui si cerca di stabilire cosa ognuna dovrebbe dare e ricevere in una transazione reciproca finalizzata al raggiungimento di un accordo mutuamente vantaggioso”. (Rubin, Brown 1975)
L’amministratore nella sua attività quotidiane deve negoziare in modo continuativo, cercando una obiettiva valutazione tra cosa dare e su cosa cedere, al fine di ottenere un accordo vantaggioso per la collettività condominiale, che egli rappresenta e che confida nel suo operare.
La base della negoziazione è la creazione di un legame con la propria controparte, basata sulla considerazione e sul rispetto delle istanze da questi rappresentate, l’amministratore, abile negoziatore, considererà ogni istanza presentata dai condomini degna di considerazione, ma non l’accoglierà in pieno, negozierà con la controparte la sua applicazione, sviluppando con la medesima un fine comune, l’interesse generale della collettività condominiale.