Il condominio è una condivisione forzata di spazi, che, costringe a rapporti interpersonali non correttamente distanziati. I condomini, in alcune occasioni, non mantengono i giusti spazi tra loro e cadono ripetutamente in situazioni conflittuali.
I conflitti in condominio si mascherano dietro questioni economiche, ma, alla base sono causati da questioni psicologiche molto profonde. Nelle relazioni condominiali i condomini danno sfogo ad atteggiamenti psicologici negativi, invidie, rancori, frustrazioni, ansie, amarezze, nevrosi, che portano il livello delle relazioni interpersonali allo stato di guardia.
Queste divergenze potrebbero dar luogo a condotte persecutorie sia tra i medesimi condomini, sia nei confronti dell’amministratore.
Secondo l’articolo 612 bis del Codice Penale (Atti persecutori. Stalking): “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterata, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.
Alla luce di quanto riportato nella convivenza condominiale, bisogna prestare molta attenzione prima di avventurarsi in condotte esasperate, che potrebbero pregiudicare l’equilibrio psicologico degli altri condomini e/o dell’amministratore.
Recentemente in materia è intervenuta una Sentenza della Suprema Corte di Cassazione; Cassazione Penale Sezione V, Sentenza del 28-06-2016, n° 26878.
La decisione ha confermato l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere per un soggetto indagato del delitto di cui all’articolo 612 bis del Codice Penale in danno di vicini di casa.
La Corte di cassazione ha evidenziato le : “conseguenze sulla condizione di vita della persona offesa costretta ad assentarsi dal lavoro ed assumere tranquillanti, ravvisando in esse gli eventi del mutamento delle abitudini e dell’insorgere di un grave stato d’ansia”.
Alla luce di quanto riferito appare opportuno consigliare ai condomini di approcciarsi alla vita condominiale con serenità affrontando le problematiche che si presentano in modo pacato e collaborativo.