Strategia dietro la demolizione della formazione online? Facciamo chiarezza

Vademecum-Mapi

Dallo scorso mese di Aprile, quando il Mapi insieme ad altre associazioni di categoria, tra le maggiormente rappresentative dell’associazionismo condominiale, è stato ricevuto dal Sottosegretario di Stato Dottor Cosimo Maria Ferri, al Ministero di Grazia e Giustizia è partita una campagna, attraverso portali web e social Network, tesa di fatto a demolire quanto di buono aveva rappresentato l’incontro e ad usare come grimaldello l’attacco frontale ed immotivato alla formazione in modalità telematica. Nell’incontro citato le associazioni presenti a maggioranza avevano trovato un punto di intesa nell’attestare la centralità del ruolo associativo nella formazione condominiale e nel dichiararsi favorevoli alla formazione on line, il Sottosegretario, tra l’altro aveva rassicurato i rappresentanti del mondo associativo, che, tutte le riflessioni elaborate nell’incontro sarebbero state attentamente valutate dagli organi preposti. Da quel momento è partita una costante ed ostinata campagna, che, ha interessato anche il profilo twitter del Sottosegretario, tesa a demolire i risultati dell’incontro inseguendo due obbiettivi fondamentali. L’attacco frontale alla formazione in materia di amministrazione condominiale come attualmente viene erogata ed alla formazione in modalità telematica. Contrariamente al sistema attuale ne è stato prospettato uno diverso. Basato sul divieto della formazione telematica, sulla lunga durata dei corsi, sull’obbligo di stage formativi di diversi mesi dopo il corso, sul controllo pedissequo degli enti di formazione, anche attraverso certificazioni i terzi, su un percorso di formazione periodica estremamente elaborato. Il tutto proponendo un sistema caratterizzato esclusivamente da controlli, finalizzati a rendere il tutto estremamente complesso ed articolato. Alla luce di quanto detto appare spontaneo porsi questa domanda a chi conviene la formazione così strutturata? Formazione che può definirsi parauniversitaria, con costi di gestione esorbitanti, tesa a proporre corsi di notevole durata ed a scoraggiare i giovani all’ingresso alla professione caratterizzata da costi di accesso insostenibili? Prevedendo la Legge, che, la formazione sia continua, quanto costerà ad un giovane aggiornarsi annualmente con corsi così concepiti? Quando da associato ad una associazione professionale avrebbe potuto avere i medesimi servizi (Formazione iniziale e continua) con una semplice quota di adesione. Perchè un giovane amministratore di condominio, dovrà avere costi diversi da qualsiasi altro giovane professionista, regolamentato o non che sia, al quale la semplice adesione all’associazione garantirà la formazione periodica gratuitamente o con limitatissimi costi aggiuntivi? C’è qualcuno che ha interesse a creare corsi con costi di accesso molto alti, per monopolizzare il mercato delle amministrazioni condominiali. Creando corsi di difficile organizzazione, prerogativa esclusivamente di gruppi imprenditoriali capaci di ingenti investimenti economici. Il sistema associativo ha garantito fina ad ora ottimi corsi a prezzi accessibili, chi vuole monopolizzare il mercato? Il sospetto viene da nuove forme di aggregazione comparse ultimamente sullo scenario condominiale i così detti gestori di servizi, che, vedono il condominio non quale un semplice bene da amministrare, ma come un enorme gruppo d’acquisto fatto da clienti (condomini) a cui proporre prodotti e servizi più disparati, anche poco coincidenti con la gestione dei beni comuni. Chi c’è al centro di questo sistema? Non l’amministratore professionista, che, ha il semplice mandato di gestire e manutenere beni e servizi comuni del fabbricato, ma il manager, che, principalmente si occupa di proporre ai clienti (condomini) servizi e prodotti nei più svariati campi. Insomma il condomino come un enorme gruppo d’acquisto, dove il manager ha come finalità principale non gestire le parti comuni del fabbricato, ma i clienti per proporre servizi e prodotti anche di natura personale. Appare indubbio come sia intenzione di tali centri di interessi monopolizzare il mercato delle gestioni condominiali, creando dei corsi iper elaborati e costosi e scoraggiando l’accesso dei giovani alla professione. Così limitando la gestione condominiale a pochi gruppi organizzati. E quale migliore occasione della redazione del Decreto sulla formazione per porre il sigillo all’operazione. Alla luce di quanto denunciato il Mapi fa un appello al Sottosegretario Ferri affinchè il Ministero in occasione della redazione del Decreto valuti i reali interessi in gioco ed elabori un sistema equo, ma anche accessibile, al fine di non rendere la formazione un grande affare riservato a pochi, ma un’occasione di accesso a una professione, che vede ancora margini di crescita, a tanti giovani. La telematica è una grande possibilità, che, la tecnologia ci offre per assicurare a molti la conoscenza a costi accessibili, già ampiamente sperimentata ed utilizzata, da oltre un decennio, dalle migliori università Italiane ed estere.